Cosa potevano saperne gli altri dell’alopecia areata? … Poi ho scoperto che insieme è meno faticoso.

Convivo con l’alopecia areata da 34 anni… una vita! Avevo appena sei anni quando mia madre, pettinando i miei lunghissimi capelli lisci, si accorse della prima chiazza. Da allora non ci siamo più lasciate.

In tutto questo tempo, l’alopecia mi ha fatto conoscere i suoi infinti volti: la paura di non sapere cosa fosse, la speranza di aver trovato finalmente una cura che funzionasse, le lacrime di mia madre quando il medico di turno le diceva che quella terapia non andava bene, i sorrisi di mio padre che cercava in tutti i modi di incoraggiarmi.

C’è stato un periodo di rinunce… la rinuncia di non poter sistemare i capelli come la moda dettava, perché in alcuni momenti le mie pettinature seguivano il corso delle malattia e la necessità di nascondere le chiazze… ci sono stati i tagli drastici, perché tagliandoli a quel modo era molto più semplice gestirli… io che sono stata sempre così vanitosa. Ci sono state le frasi lasciate a metà quando non sapevo cosa rispondere o quando provavo a spiegare a qualcuno che io avevo l’alopecia… cosa significava avere l’alopecia? Questa domanda per me è rimasta nascosta per tanto tempo. Cosa significava? Ma cosa potevano saperne gli altri di cosa significava avere l’alopecia? Io mi fermavo sempre lì… cosa ne potevano sapere gli altri… la conclusione per me era molto semplice, se volete anche scontata nella mia mente… Nulla, non potevano saperne assolutamente nulla, nessuno poteva capire! Cosa ne potevano sapere gli altri di cosa significava guardarsi allo specchio e avere paura? Cosa ne potevano sapere gli altri di cosa si prova nel contare i capelli che la mattina ritrovavo sul cuscino? Nulla, nessuno poteva capire… né tua madre, né tua sorella, né la tua migliore amica… Nessuno!

La vita mi ha insegnato che mi sbagliavo: un post pubblicato su facebook dove credevo che nessuno potesse leggere, nessuno dei miei “amici virtuali” … e invece non era cosi. Da lì a pochi minuti ricevo un primo messaggio, la mia più cara amica, quella che ha asciugato le mie lacrime in silenzio, senza sapere cosa dire, perché io in quei momenti non dicevo nulla, non permettevo a nessuno di entrare e provare a capire il mio disagio… un messaggio bellissimo, di quelli che ricordo ancora, di quelli che rimangono impressi nel cuore e nella mente per sempre. Un messaggio con il quale mi dava tutto il suo sostegno, parole che io non ho mai voluto ascoltare, parole che lei avrebbe voluto dire e che io non le ho mai permesso di esprimere. Parole che testimoniano il bene che mi voleva e l’amicizia che mi ha sempre dato… da allora il nostro legame si è fortificato sempre di più, nonostante la distanza fisica che la vita ci ha imposto. Continua a dirmi sempre: sei bellissima con o senza capelli, non dimenticare la donna meravigliosa che sei!

Quel giorno sono arrivati tanti messaggi di incoraggiamento, tante persone più o meno vicine, hanno voluto farmi sapere che mi sostenevano e che provavano a capire…

Quel giorno è stata la chiave di volta, l’argine che si rompe e che permette al fiume di scorrere libero senza ostacoli. Quel giorno ho imparato che quel dolore non è solo mio, ma è il dolore di tanti che come me combattono questa battaglia… ci sono donne, bambini, uomini, genitori che di riflesso vivono le difficoltà dei loro piccoli. Da quel giorno ho capito che insieme la strada è meno faticosa… questo è il mio motto, ed è con questa consapevolezza che sono entrata a far parte di Asaa Onlus.

Da quel giorno sono passati quattro anni e lungo la strada ho lasciato quasi tutti i miei capelli… nel frattempo l’alopecia ha dato il meglio di sé, lentamente, ha fatto il suo percorso senza fermarsi, inesorabile.

A gennaio ho comprato la mia prima parrucca, qualche settimana fa sono andata in giro con il mio primo foulard comprato per l’occasione.

Non sto dicendo che sia facile, non lo è affatto! Ma credo che in questo sono stata fortunata: la vita mi ha permesso di affrontare questa ulteriore prova quando era pronta a farlo.. Poteva capitare anni fa, quando era da sola e impreparata, invece è accaduto proprio adesso. In qualche modo, essermi avvicinata ad Asaa Onlus, averne condiviso gli obiettivi, essermi immersa nelle sue storie mi ha indicato la strada, la via da seguire in questo percorso di accettazione…

Sono tante le emozioni che ho vissuto in questi ultimi anni… a me piace ricordare le sensazioni positive fatte dagli abbracci sinceri, dall’amore puro che và oltre l’immagine, dalla sorpresa negli occhi dei bimbi che ho avuto la possibilità di conoscere, dalla delicatezza di chi si è accostato per la prima volta a questa malattia e mi ha preso per mano per fare insieme a me questo pezzo di strada… Adesso mi sento forte, forse non sarà sempre così, ci saranno i giorni in cui guardarsi allo specchio sarà un po’ più difficile di altri, ma oggi so che in quei giorni non sarò da sola… perché insieme a me ci sarete “Voi”… perché in fondo è proprio vero che insieme la strada è meno faticosa.

Grazie Asaa Onlus.

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